Intervista all’ambasciatore Alfredo Maria Durante Mangoni
Eccellenza, sono passati quasi sei mesi da quando ha iniziato il suo mandato in Romania. Quali sono i principali aspetti positivi che ha scoperto durante questo periodo sulla Romania?
L’amicizia e la considerazione della Romania nei confronti dell’Italia e delle sue articolazioni, pubbliche e private, che operano qui. Ne ero al corrente già prima del mio arrivo, ma constatarlo di persona, nel corso dei miei vari incontri con controparti romene, è stato forse l’aspetto più gratificante di questo inizio del mandato. Poi naturalmente c’è la scoperta del Paese! A Bucarest e a Cluj ho toccato con mano la vivacità del panorama culturale romeno, che esprime momenti molto alti come il Festival George Enescu e il TIFF. Ho cominciato a esplorare la bellezza e la ricchezza della storia, dei paesaggi e delle tradizioni della Romania, anche per curiosità personale: ad esempio sono stato a Costanza e lungo la Drumul Vinului. È un percorso che continuerò nei prossimi mesi, specie con una serie di missioni istituzionali che sto programmando nei principali capoluoghi, dove la presenza imprenditoriale italiana è radicata e forte ma vi sono anche buone prospettive di collaborazione culturale.
Quando parliamo di Italia e Romania, partiamo dalle origini comuni di questi due popoli e continuiamo con la grande ondata migratoria avvenuta alla fine del XIX secolo, tra la Penisola e il Regno di Romania. Gli italiani venuti qui si sono integrati, e i loro eredi formano oggi un’apprezzata minoranza. Quale ruolo crede possa avere la comunità storica nel consolidamento delle relazioni bilaterali?
Un ruolo di coltivazione della memoria e di testimonianza in prospettiva storica dei fecondi scambi tra i popoli italiano e romeno. L’attribuzione di un seggio in Parlamento alla comunità storica italiana assegna una veste istituzionale a questo ruolo e dunque una particolare e delicata responsabilità, nel senso di riuscire a esprimere il comune sentire dei due popoli. L’Ambasciata e le altre istituzioni italiane in Romania restano in ogni caso aperte al confronto e ai suggerimenti provenienti dalle comunità di lingua italiana. Insieme possiamo sviluppare sinergie a favore della tutela e promozione dell’identità e della cultura italiane in Romania.
L’Associazione degli Italiani di Romania – RO.AS.IT. è un’organizzazione appartenente alla minoranza nazionale italiana, ufficialmente riconosciuta come legittima erede delle comunità storiche italiane. In base ai contatti avuti finora, che impressione ha Sua Eccellenza dell’attività RO.AS.IT. quanto a conservazione e promozione dell’identità e della cultura degli etnici italiani?
Credo che l’associazione abbia profuso impegno soprattutto nel promuovere la cultura italiana. Ne è un esempio l’attività didattica presso il Liceo “Dante Alighieri” di Bucarest, che ho constatato di persona pochi giorni fa in occasione della mostra-concerto presso la Chiesa italiana. Aggiungo inoltre che, pur nel rispetto della sua autonomia e nella consapevolezza che non si tratta di un’articolazione istituzionale italiana, RO.AS.IT. è in qualche modo associata all’immagine dell’Italia ed è quindi suscettibile di influenzarne la percezione qui in Romania. Ciò comporta anche una significativa responsabilità in occasione delle attività di proiezione esterna e delle dichiarazioni pubbliche.
Lei è esperto di politica internazionale. Nell’opinione di Sua Eccellenza, che importanza ha la comunicazione culturale come ramificazione di questa scienza?
Naturalmente non sono un accademico. Sono un diplomatico italiano e, come i miei colleghi, contribuisco per la parte di mia competenza ad attuare le linee di politica estera decise a Roma. In questo senso, la diplomazia culturale ha un peso specifico assai significativo per una superpotenza della cultura come l’Italia. Siamo stati appena rieletti nel Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, anche come Paese con il più alto numero di siti iscritti nella lista. Inoltre, abbiamo da poco svolto a Roma gli “Stati Generali della Lingua e Creatività Italiane nel Mondo”. Circa due milioni di persone in tutto il mondo studiano l’italiano per precisa scelta: per noi è un asset formidabile per promuovere all’estero la cultura, lo stile di vita, la creatività e i prodotti italiani. Pochi giorni fa il nostro Ministro degli Esteri Di Maio ha lanciato una nuova campagna di comunicazione, “BeIT” – la Romania è uno dei 26 Paesi interessati – per raccontare al pubblico internazionale l’Italia attraverso sei valori che la caratterizzano: creatività, passione, patrimonio, innovazione, stile e diversità.
Siamo nell’Anno Dantesco, e il tema della Settimana della Lingua Italiana nel mondo è stato “Dante, l’Italiano”. Come sa, in Romania, presso il Liceo “Dante Alighieri” di Bucarest, si studia in lingua materna italiana. Oltre al “Sommo Poeta”, quale altro personaggio storico sceglierebbe come “ambasciatore” dello spirito italiano (a prescindere dall’ambito d’attività)? Perché lo sceglierebbe?
Se mi è concesso, vorrei scegliere un personaggio pubblico contemporaneo, scomparso pochi mesi fa: Gino Strada, chirurgo e fondatore della ONG italiana “Emergency”, che offre cure medico-chirurgiche alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Il lavoro e l’esempio di Gino Strada e di Emergency sono straordinari: dalla parte degli ultimi, sempre, anche nei contesti più disagiati e pericolosi. Credo che questa sia una caratteristica che contraddistingue, per ragioni storiche e culturali, lo “spirito italiano”: un’attenzione particolare alla tutela e alla dignità della vita umana.
L’istruzione in lingua materna italiana è stata reintrodotta in Romania grazie alle azioni intraprese dall’Associazione degli Italiani di Romania – RO.AS.IT., che s’impegna affinché il numero delle classi specifiche aumenti, nelle varie città del paese. Quanto sono aiutati in quest’ambito educativo gli italiani che arrivano in Romania?
L’Ambasciata d’Italia è al lavoro per potenziare l’offerta dell’insegnamento in lingua italiana nelle scuole romene. È un processo lungo, che richiede un investimento anche da parte delle istituzioni locali. Faremo del nostro meglio, consapevoli che si tratta di una domanda che proviene da imprenditori italiani e ora anche romeni, studenti e famiglie, parte di quella emigrazione di ritorno che dall’Italia si sposta nuovamente in Romania.
Nelle classi di “materna” studiano i figli delle famiglie italiane arrivate di recente in Romania, e anche ai figli dei discendenti degli italiani emigrati molto tempo prima. La scuola può essere un luogo adatto alla creazione di un legame speciale tra “la nuova ondata” e la comunità storica?
La scuola plasma più di ogni altra istituzione la società del futuro. È un luogo di crescita umana oltre che culturale. Educa alla convivenza civile, al rispetto di tutti. Non solo può contribuire a creare un legame tra “nuova ondata” e comunità storica, ma può e deve aiutare entrambe a sentirsi parte della società romena, sviluppando in loro la consapevolezza di essere parte di un insieme più grande, che è la nostra comune casa europea.
Nel 2020, all’inizio della pandemia, la Romania ha inviato in Italia una squadra di medici. A sua volta, quest’anno, l’Italia ha aiutato la Romania a gestire la quarta ondata di pandemia. Questo sostegno reciproco si è svolto nell’ambito del partenariato strategico italo-romeno, che sarà presto consolidato. Quali sono gli ambiti principali su cui si basa il consolidamento? Come vede questa costruzione?
Il sostegno reciproco di Italia e Romania nell’emergenza Covid è una preziosa pagina di amicizia e solidarietà, che traduce in termini concreti la nostra idea di comunità di valori europea. La lotta al Covid ci ha insegnato l’esigenza vitale della vaccinazione e di misure connesse che, per quanto drastiche, sono necessarie per la sopravvivenza di persone, imprese, attività economiche e sociali, per poter godere in modo autentico delle nostre libertà. L’esempio italiano del Green Pass introdotto dal Governo Draghi è stato un modello per tutta l’Europa. I benefici economici e sociali sono evidenti.
Quanto al partenariato strategico, stiamo effettivamente lavorando al suo aggiornamento, occasione per avviare un maggior coordinamento tra i due Paesi, non solo in chiave bilaterale ma anche su alcuni temi dell’agenda globale, come la lotta al cambiamento climatico. Ci muoviamo nell’ottica di perseguire un multilateralismo efficace basato sulle regole, ricercando sinergie nella comune appartenenza ad UE e NATO. Puntiamo inoltre a rafforzare la cooperazione economica e gli investimenti italiani, al fianco della nostra diffusa presenza imprenditoriale nel Paese, anche per cogliere le opportunità del PNRR e dare un contributo alla modernizzazione della Romania.
Ha avuto una presenza molto attiva sul territorio nei pochi mesi dal suo arrivo in Romania, con attività riguardanti ambiti differenti, dalla cultura fino all’imprenditoria, dal livello PMI fino a quello ministeriale, e l’ultimo esempio è rappresentato dalla missione della delegazione Federalimentare. Come ha percepito l’apertura della parte romena rispetto a ciò che arriva dall’Italia?
La parte romena si dimostra entusiasta e ricettiva rispetto all’Italia e a ciò che ha da offrire. Dipende ovviamente anche da una naturale sintonia tra i nostri due Paesi, ben visibile su una serie di temi dell’agenda internazionale. A proposito di cibo e sostenibilità, nell’ambito della VI edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, abbiamo organizzato un seminario sulla etichettatura degli alimenti assieme a Federalimentare e all’Alleanza per l’Agricoltura e la Cooperazione romena. Relatori italiani e romeni hanno concordato sulla necessità di mettere in guardia i consumatori rispetto alle etichettature “a semaforo”, semplicistiche e perciò dannose per la salute e per le rispettive produzioni tipiche. Stiamo inoltre lavorando a nuove proposte in campo culturale, con iniziative sul cinema e la letteratura contemporanea italiana, al passo con una società romena in rapido cambiamento.
Quali sono le priorità dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest per l’anno prossimo?
Riattivare il dialogo politico, anche con una visita del Ministro Di Maio a Bucarest per firmare il Partenariato strategico; favorire il raccordo tra imprese italiane e controparti istituzionali e private romene per cogliere assieme le opportunità del PNRR; coinvolgere il pubblico romeno in azioni di promozione culturale che restituiscano un’immagine dell’Italia non stereotipata ma al passo con i tempi e aprano una finestra su autori, artisti, musicisti contemporanei, che hanno un grande potenziale di coinvolgimento soprattutto delle ragazze e ragazzi romeni.
Desidera rivolgere un messaggio ai lettori della rivista, in occasione del Natale?
Rivolgo ai Vostri lettori un augurio amichevole di serenità e di appagamento. In questa fase di perdurante contrasto alla pandemia, che sta purtroppo causando ancora troppe vittime e tante sofferenze, auspico che tutti possiamo trascorrere del tempo di qualità durante le Feste, che ci faccia apprezzare le ricchezze più grandi a nostra disposizione: le relazioni umane e la bellezza della vita.