Ioana Grosaru: Il riconoscimento dell’etnia nel Censimento significa riconoscere i propri valori
La signora Ioana Grosaru, presidente dell’Associazione degli Italiani di Romania –RO.AS.IT. ha rilasciato un’intervista al sito del Dipartimento per le Relazioni Interetniche, sul Censimento della Popolazione e delle Abitazioni.
“È importante comprendere che, nella società in cui viviamo, riconoscere e dichiarare l’identità etnica e linguistica non mette più in pericolo la nostra vita, la nostra libertà, al contrario, l’identità etnica italiana è una ricchezza che bisogna mettere a frutto, promuovere, e di cui essere orgogliosi di fronte a tutti. È di estrema importanza dichiarare la nostra identità nell’ambito del Censimento perché in questo modo lo stato comprenderà quanto numerosi siano gli italiani di Romania e risponderà meglio al bisogno, di questa minoranza di salvaguardare la propria specificità”, ha dichiarato la signora Grosaru, sottolineando: “Riconoscere la propria etnia significa riconoscere i propri valori, l’orgoglio di portare avanti con fiducia in se stessi l’eredità ricevuta dai nostri genitori”.
Riportiamo integralmente l’intervista pubblicata sul sito www.dri.gov.ro:
Ci presenti, per favore, la comunità in poche frasi soggettive. Cosa dovremmo sapere sulla minoranza che rappresenta?
La minoranza italiana di Romania è soprattutto formata dai discendenti dei migranti italiani giunti sul territorio romeno in diverse ondate, nell’arco di circa un secolo, tra il 1850 e il 1950. Si tratta di una migrazione per lo più economica, in cui gli italiani arrivano in Romania in qualità di specialisti e operai qualificati per lavorare a infrastrutture e costruzioni amministrative, atte a modernizzare il paese in quel periodo, quando c’era mancanza di manodopera qualificata. Come specialisti in numerosi ambiti – edilizio, forestale, minerario, architettonico, gli italiani si sono stabiliti in diverse zone del paese, rurali ma anche urbane, in base alle opportunità di lavoro e hanno formato nuclei in tutto il paese non solo in una zona limitata. Con l’instaurazione del regime comunista in Romania, gli italiani sono stati obbligati a scegliere se rimanere nel paese e rinunciare alla cittadinanza italiana o tornare in Italia perdendo tutto ciò che possedevano in Romania. Una parte è rimasta, ma moltissimi hanno scelto di rimpatriare.
Allo stesso modo, tra le famiglie d’italiani rimaste nel nostro paese, la lingua italiana è andata man mano perduta, per paura di attirare l’attenzione della Securitate, come nemici dello stato. Tutto questo conferisce specificità all’odierna comunità italiana di Romania: una comunità diffusa su tutto il territorio, priva di un nucleo più numeroso in una determinata zona, generalmente invecchiata e che mantiene la lingua e le tradizioni italiane solo parzialmente, soprattutto perché le somiglianze linguistiche e quelle legate al modo di vivere hanno reso semplice l’integrazione degli italiani tra i romeni. Però, al di là di questi aspetti meno favorevoli, qualcosa è rimasto invariato: gli italiani sono buoni professionisti, bravissimi artisti, hanno la musica e la gioia nel sangue, un modo di vestire e una gastronomia unici.
La conservazione dell’identità etnica è d’estrema importanza per qualsiasi comunità, soprattutto per una minoranza. Quali possibilità esistono di realizzare questo desiderio nell’ambito dell’organizzazione?
Fatto salvo quanto detto finora, è essenziale per noi conservare e promuovere l’identità italiana. Gli strumenti utilizzati dalla nostra associazione per mantenere vive la cultura e la lingua italiana sono principalmente costituiti dalla pubblicazione di libri e riviste e dagli eventi culturali. I libri pubblicati dall’associazione – soprattutto in edizione bilingue, romeno e italiano – riguardano molto spesso aspetti culturali, letterari e linguistici italiani, come anche la storia della comunità italiana nello spazio romeno, e la rivista pubblicata dall’associazione è anch’essa bilingue.
Gli eventi realizzati, dai festival di musica e danza tradizionale delle minoranze, a concerti, campi estivi per bambini, concorsi educativi, simposi scientifici e incontri su diversi argomenti, tutto questo ha lo scopo di promuovere la cultura italiana e l’identità della minoranza italiana di Romania, come anche la lingua. Inoltre, nel Liceo Dante Alighieri di Bucarest, è stato introdotto l’insegnamento in lingua materna italiana.
Qual è la sfida più importante con cui si confronta in questo momento la comunità e quali misure esterne sarebbero necessarie per trovare una soluzione?
Le principali provocazioni con cui si confronta la comunità storica d’italiani sono le due facce dello stesso fenomeno migratorio: da una parte l’emigrazione – l’esodo di molti membri in Italia o in altri paesi alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore, e d’altra parte, l’immigrazione – l’arrivo di una nuova ondata di migranti italiani in Romania, un’ondata numerosa che nel tempo bisognerà integrare e avvicinare all’associazione, senza escludersi reciprocamente ma accettandosi e lavorando insieme per promuovere la cultura e la lingua italiana.
Un’altra sfida con cui si confronta la comunità è la scarsa partecipazione dei giovani alle attività, sebbene nell’ultimo periodo in molti si siano avvicinati grazie al largo uso della modalità online, che ha reso più semplice la comunicazione e gli incontri a distanza durante la pandemia.
Qual è il valore dei giovani rispetto al numero dei membri? E tra i membri attivi dell’organizzazione? Quanto conoscono la loro lingua materna e le loro tradizioni, gli usi?
All’interno della comunità storica italiana, i giovani sono alquanto numerosi, sebbene non anche particolarmente partecipi nell’ambito delle nostre attività. La lingua italiana in generale è parlata dalle generazioni più anziane, poiché durante il comunismo la lingua italiana spesso è andata perduta, i genitori non l’hanno insegnata ai figli per paura delle ripercussioni dello stato comunista, che considerava i paesi occidentali capitalisti una minaccia nazionale. La situazione è cambiata perché, dopo la caduta del comunismo, i giovani hanno avuto la libertà di studiare la lingua italiana a scuola e all’università, perciò in alcuni casi è stata recuperata e riportata in famiglia, a distanza di generazioni. Ma, come dicevo prima, nell’ultimo periodo, molti giovani hanno cominciato a partecipare con più interesse alle attività organizzate da noi e in queste occasioni, alcuni hanno anche dato sfoggio del loro talento.
Quali attività intendete realizzare per richiamare l’attenzione dei membri della comunità sull’importanza del Censimento del marzo-luglio 2022?
Intendiamo promuovere l’importanza del Censimento sui nostri canali media: il sito, Facebook, la rivista “Siamo di Nuovo Insieme”, come anche attraverso gli incontri online con i membri per fornire loro istruzioni e informazioni sull’importanza dell’autocensimento e della dichiarazione d’identità etnica e linguistica.
Anche negli anni passati sono state realizzate attività riguardanti l’importanza del Censimento, tramite campagne d’informazione, incontri sul territorio e discussioni personali con i membri della comunità italiana.
Qual è il suo messaggio in merito all’accettazione e alla dichiarazione dell’identità etnica e linguistica? Perché questi aspetti sono importanti rispetto al Censimento della popolazione, come anche al futuro di questa comunità?
È importante comprendere che, nella società in cui viviamo, riconoscere e dichiarare l’identità etnica e linguistica non mette più in pericolo la nostra vita, la nostra libertà, al contrario, l’identità etnica italiana è una ricchezza che bisogna mettere a frutto, promuovere, e di cui essere orgogliosi di fronte a tutti. È di estrema importanza dichiarare la nostra identità nell’ambito del Censimento perché in questo modo lo stato comprenderà quanto numerosi siano gli italiani di Romania e risponderà meglio al bisogno di questa minoranza di salvaguardare la propria specificità. Solo riconoscendo di essere i discendenti di quegli italiani che nella pratica hanno costruito la Romania moderna, possiamo rendere loro omaggio. Solo accettando il nostro passato, possiamo offrire un futuro a questa comunità così speciale e originale da tutti i punti di vista.
Perciò, conservate la vostra identità, che significa cultura e lingua – si tratta di un bene ereditato che offre qualità sconosciute e valore all’individuo e che dobbiamo trasmettere alle generazioni future. Riconoscere la propria etnia significa riconoscere i propri valori, l’orgoglio di portare avanti con fiducia in se stessi l’eredità ricevuta dai nostri genitori.
È stata dura, ci sono stati periodi in cui gli italiani non erano riconosciuti come etnia. Ora non abbiamo più nulla da temere. La libertà di dire chi sei è un diritto acquisito ed è importante credere in noi stessi, essere consapevoli del contributo che i nostri genitori italiani hanno dato allo sviluppo e alla modernizzazione della Romania, del paese che ci ha accolti e ci ha offerto la possibilità di manifestarci liberamente, con diritti pari a quelli di tutti gli altri suoi cittadini.